Interpretariato per fiere ed eventi vitivinicoli: esperienze e racconti dal settore del vino

Il mondo del vino non è fatto solo di vigneti e bottiglie pregiate, ma anche di incontri, eventi e fiere internazionali in cui produttori, buyer, giornalisti e appassionati si ritrovano per condividere conoscenze, stringere relazioni e scoprire nuove tendenze. In questi contesti, la comunicazione è fondamentale: viticoltori e operatori del settore devono potersi raccontare anche oltre i confini linguistici, ed è qui che entra in gioco la figura dell’interprete.

L’interpretariato per eventi vitivinicoli è un servizio prezioso che permette a produttori e buyer stranieri di dialogare senza barriere, valorizzando al meglio il lavoro delle cantine e favorendo nuove collaborazioni. Negli anni ho avuto la possibilità di partecipare come interprete a diverse manifestazioni del settore, ciascuna con caratteristiche uniche ma tutte accomunate da un’atmosfera conviviale e dalla passione per il vino.

Oggi voglio raccontarvi alcune di queste esperienze, dai primi incarichi alle collaborazioni più recenti, per mostrarvi da vicino come funziona l’interpretariato nel mondo vitivinicolo.

Douja d’Or 2007: l’inizio di un percorso

Uno dei miei primi incarichi nel settore risale al 2007, quando ho preso parte alla Douja d’Or, storico premio enologico che si svolge ogni anno nel territorio di Asti. Lì mi sono occupata di interpretariato in trattativa durante gli incontri B2B tra viticoltori e buyer stranieri.

In quell’occasione ho affiancato un buyer lituano, entusiasta ma forse non del tutto preparato a una lunga giornata di degustazioni: ha iniziato ad assaggiare vini alle nove del mattino e, verso le quattro del pomeriggio, era già “fuori gioco”. Nonostante la situazione curiosa, l’esperienza fu estremamente arricchente e divertente, con momenti conviviali e anche con un piccolo bottino di ottime bottiglie di vino in regalo.

Vitour alla Tenuta di Fontanafredda

Qualche anno dopo ho avuto l’opportunità di partecipare al progetto Vitour Landscape, dedicato ai siti vitivinicoli europei Patrimonio UNESCO. L’evento è culminato in una serata speciale presso la Tenuta di Fontanafredda, vicino Torino.

Dopo il momento di degustazione e premiazione durante il quale era richiesta la simultanea, si è tenuta una cena elegante e conviviale alla quale sono stata invitata insieme a una collega, un gesto di grande cortesia da parte degli organizzatori. È stata un’occasione unica non solo per il lavoro di interpretariato, ma anche per entrare maggiormente in contatto con il mondo del vino, in un contesto che univa tradizione, cultura e ospitalità.

Wine Museum di Barolo: il dialogo tra territori

Negli ultimi anni ho avuto il privilegio di collaborare con il WiMu – Wine Museum di Barolo in due diverse edizioni di incontri internazionali.

  • 2023: Barolo e Champagne – con la partecipazione di esperti (come il Sig. Taittinger in persona) che hanno raccontato l’evoluzione della viticoltura in Champagne, tra sfide legate al cambiamento climatico e nuove strategie per valorizzare il territorio anche a livello turistico e culturale.
  • 2024: Barolo e California – un confronto tra due realtà apparentemente lontane ma accomunate dalle stesse sfide climatiche e dalle esigenze di un mercato in continua evoluzione.

Entrambi gli appuntamenti hanno visto la presenza di climatologi e studiosi dell’Università di Torino, che hanno analizzato le caratteristiche dei terreni e le prospettive future. Gli incontri, destinati soprattutto a viticoltori ed esperti del settore, si sono conclusi con degustazioni aperte al pubblico: un momento che unisce formazione, networking e piacere della scoperta.

Born Sustainable: vino e formaggi tra Veneto e Piemonte

La mia esperienza più recente riguarda il progetto europeo Born Sustainable, che nel 2024 ha portato in Piemonte e Veneto giornalisti specializzati nel food & beverage provenienti da diversi Paesi europei.

L’evento, legato al tema della sostenibilità e delle denominazioni di origine controllata, ha visto protagonisti sia i vini – in particolare il Barbera e il Ruchè – sia i formaggi DOP. Ho svolto attività di interpretariato durante conferenze, degustazioni e visite in cantina, facilitando il dialogo tra i produttori locali e la stampa internazionale.

È stato un momento di grande valore professionale, ma anche un’occasione per osservare da vicino come il vino e i prodotti tipici possano diventare ambasciatori di un territorio e della sua identità.

Dal mio primo incarico alla Douja d’Or fino ai progetti internazionali più recenti, ogni esperienza di interpretariato nel settore vitivinicolo mi ha insegnato qualcosa di nuovo: l’importanza del dialogo, la forza della convivialità e il ruolo del vino come ponte tra culture.

Per produttori e operatori del settore, affidarsi a un interprete durante fiere ed eventi significa valorizzare al meglio il proprio lavoro e aprirsi a nuove opportunità di crescita sui mercati esteri, grazie a un professionista in grado di padroneggiare diverse combinazioni linguistiche e tecniche di interpretariato — dalla simultanea al chuchotage, fino alla consecutiva — per accompagnare ogni momento dell’esperienza, dalla presentazione alla degustazione.

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