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Il caso Open to Meraviglia e perché conviene affidarsi a un traduttore professionista

Ora che i tool di traduzione basati sull’intelligenza artificiale come Chat GPT sono alla portata di tutti, è diventato sempre più facile e diffuso sottovalutare il valore aggiunto portato dal lavoro di un traduttore professionista.

Le ragioni sono immediatamente chiare: con un semplice click del mouse, i nuovi tool di traduzione sono in grado di tradurre intere pagine web in pochissimi minuti, con risultati che, a seconda della difficoltà del testo, si avvicinano di molto al lavoro di un traduttore umano, se si giudica il testo da un punto di vista puramente logico-sintattico.

Per molte persone e aziende, questa risulta chiaramente la soluzione più rapida ed economica per ottenere una traduzione, ignorando una serie di implicazioni più o meno complesse che fanno la differenza tra un buon lavoro e quello che può risultare in un vero e proprio disastro.

In questo articolo, vi spiegheremo perché affidarsi a un traduttore professionista sia di vitale importanza per la buona riuscita di un progetto di comunicazione e di internazionalizzazione, andando ad analizzare il caso più noto e recente che ha messo in chiara luce la necessità di affidarsi a una figura professionale e formata. 

Il ruolo del traduttore professionista

Per traduttore professionista si intende una figura professionale le cui abilità – grazie ad anni di formazione accademica e di esperienza nel settore, – non si limitano alla traduzione di un testo dalla lingua di origine a quella di destinazione, ma di riportare tutte le sfumature di significato all’interno del testo ed è quindi in grado di restituire il messaggio del testo in maniera chiara, rigorosa, coerente e, soprattutto, fedele alle intenzioni del testo di partenza.

Rivolgersi a un traduttore vuol dire affidarsi a qualcuno che non è solo in grado di padroneggiare una lingua straniera, ma che possiede una conoscenza profonda e precisa della tipologia di testo che deve tradurre, della sua funzione e del suo destinatario.

Che si tratti di un testo letterario, legale, tecnico, medico, una pagina web o un articolo, il traduttore saprà esattamente come comportarsi di fronte al tipo di linguaggio tecnico da utilizzare e le sue implicazioni, evitando possibili errori o fraintendimenti dovuti a una conoscenza superficiale della lingua, del settore di riferimento a cui appartiene il testo o alla semplice inesperienza.

Il caso Open to Meraviglia

L’esempio più recente del perché convenga affidarsi a un traduttore professionista lo troviamo nel caso della campagna di promozione turistica italiana Open to Meraviglia.

La campagna non è sicuramente passata inosservata vista la quantità di reazioni che ha suscitato, tra meme e articoli che passavano dall’indignazione alla vera e propria presa in giro.

Al di là dell’uso dell’impostazione grafica decisamente fuori luogo e stereotipata scelta per rappresentare le bellezze del nostro paese e della sua cultura (dove la Venere di Botticielli viene rappresentata scattarsi un selfie di fronte ai principali monumenti o paesaggi del nostro paese), la campagna si è contraddistinta per il sito web ufficiale, dove sono stati trovati errori di traduzione grossolani, frutto non tanto dell’inesperienza di chi ha tradotto ma di un affidarsi ‘’cieco’’ ai software di traduzione automatica.

Per fare qualche esempio, nella versione tedesca del sito la città di Brindisi diventa ‘’Toast’’ (inteso come il vero e proprio brindisi che si fa con i bicchieri), Prato diventa ‘’Rasen’’ (Prato d’erba) e Fermo diventa ‘’Stillstand’’ (ovvero, restare immobili’’).

Il caso di Open to Meraviglia ha portato a una serie di  riflessioni tra professionisti e non riguardanti non solo il ruolo del traduttore, che rischierebbe di essere soppiantato dalla tecnologia, ma anche sull’uso dell’intelligenza artificiale e sulla necessità della componente ‘’umana’’ nel lavoro di traduzione, soprattutto per quanto riguarda il lavoro di revisione del testo.

Infatti, lo scopo di questo articolo non è quello di demonizzare in tutto e per tutto l’intelligenza artificiale o le macchine di traduzione. Queste possono rivelarsi degli strumenti utili per facilitare il lavoro quotidiano del traduttore, ma questa facilitazione non deve assolutamente andare a discapito di una serie di passaggi necessari nel lavoro di traduzione e che possono essere eseguiti soltanto da un occhio umano.

Il lavoro di revisione è una fase fondamentale nel lavoro di un traduttore, anche prima dell’avvento dei sistemi di traduzione automatica. È molto facile commettere errori umani in fase di traduzione o di scrittura e, soprattutto per quello che riguarda una traduzione svolta da una macchina, il lavoro di post-editing risulta ancor più fondamentale.

Sarebbe bastata una semplice rilettura, anche superficiale, per correggere errori grossolani come quelli riportati sul sito di Open Meraviglia. Sai sarebbe evitato un caos mediatico che è andato a danneggiare non soltanto a chi ha organizzato e concepito la campagna, ma anche alla reputazione del nostro paese agli occhi di chi ci vede dall’estero.

Il lavoro di traduzione dell’intelligenza artificiale si ferma alla superficie, limitandosi a un lavoro eseguito sul linguaggio. Al momento, per come sono attualmente sviluppate le AI, non potrà competere invece con la formazione di un traduttore, non solo per quello che riguarda i testi pubblicitari, ma anche quelli di settori specifici. Ad esempio, un intelligenza artificiale non ha ricevuto un’adeguata formazione giuridica, non è in grado di fare collegamenti tra diversi ordinamenti e il loro sottotesti. Questo richiede un tipo di sensibilità che per ora (e speriamo per ancora molto) è solo e unicamente umana.

Preferisci affidarti a un traduttore professionista per la traduzione dei tuoi testi ed evitare quindi figuracce come quelle della campagna Open to Meraviglia?

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